Considerato che Cafc ha sede a Udine chiedo a quelli di città se è così che funziona giù da loro. Capita mai per esempio che il padrone del ristorante dove avete mangiato due anni fa vi chiami a casa spiegandovi che -visto che gli hanno cresciuto le tasse e il personale ora costa più del previsto- insomma quel conto che gli avete pagato è da rivedere e gli dovete altri dieci euro?Il nuovo gestore del nostro servizio idrico sta facendo esattamente questo: dopo aver richiesto a suo tempo degli importi già a mio avviso incommentabili, ora ci ripensa e tramite un tabulato di quattro-cinque pagine di compensazioni: -0,005 +1,220 -0,10... alla fine cava fuori dal cappello un ulteriore importo, invariabilmente a suo credito.
Non aveva già a suo tempo liquidato le somme che gli si doveva? Non c'era la remunerazione di tutti i suoi costi (costi... Cosa vuoi che gli costi la mia acqua che scende per gravità dall' opera di presa, salta un paio di caselli e esce dal rubinetto? Se costasse non ci sarebbe all'uscita del serbatoio di carico un troppo pieno che recapita in fognatura acqua potabile alla velocità di otto litri al secondo).
Acqua spedita in fognatura però a noi il gestore fa i fervorini su come usarla con parsimonia ma sopratutto fornisce conteggi non verificabili e annulla ogni certezza del pagamento. Tutto ha un prezzo -si dice- Acquisto il biglietto di un aereo, pago il meccanico, l'avvocato e ricevo una quietanza di saldo. Possibile che nel 2018 mi venga richiesta una somma "per il periodo dal 10 aprile al 20 ottobre" e due anni dopo mi pervenga un conguaglio perché la stima era approssimativa, insomma si era fatto un po' a spanne e il conto guarda tu risulta sempre a sfavore?
Se c'è davvero un'autority che autorizza tutto questo manovrare opaco certo non sta agendo nell' interesse mio ma simula un'attività di controllo che di fatto ha come invariabile esito la ratifica di ogni richiesta del gestore.
Che le cose sarebbero andate malissimo lo avevamo peraltro previsto ancora nel 2004 quando quasi due anni dopo la sua costituzione, i cittadini vengono a sapere che il servizio idrico in Carnia non verrà più gestito dai Comuni ma da una Società per azioni:
Carniacque
nasce di soppiatto nel 2002.
Tra i suoi soci
fondatori
anche due studi di ingegneria ed un impresa edile che evidentemente hanno
intuito la potenzialità di una società che si propone di gestire
ogni tipo di servizio, inclusi la telefonia
ed i semafori.
I
privati si ritirano in fretta in quanto la loro presenza nella
gestione di un servizio pubblico non é giustificabile in alcun modo.
In cambio arrivano Amga (detentrice dello know-how
secondo
il presidente Diego Carpenedo) ed un primo gruppo di Comuni carnici.
Gli
altri arrivano subito dopo perché all' improvviso la gestione di
acqua e fognature (il cosiddetto ciclo integrato) curata per anni
direttamente dagli uffici manutenzione dei Comuni viene ora
presentata ai pavidi amministratori come una responsabilità
sproporzionata.
L’
acquedotto di un paese é quello che si definisce una macchina
semplice: Opera di presa, caselli, condotte. Ma adesso qualcuno
sostiene che ci vuole una Spa per gestirlo.
E’ tutto
terrorismo: terrorismo “interessato”
Perché se ti convinco
che non puoi fare a meno di me per gestire la faccenda tu mi paghi
perché io ti risolva il problema.
I
depuratori dei paesi di montagna trattano reflui derivati a
prevalenza dal metabolismo umano. Roba che all’ uscita di un
vecchio bacino di chiarificazione già rientra nei parametri. Non
serve nemmeno la vasca Imhoff: bastano i famosi cinque sassi. Da un
giorno all' altro i depuratori diventano all' improvviso
infra-strutture ingestibili. Roba da CNR. Dei ciclotroni.
A
qualche Sindaco la Società assume il figlio, così allo scarico di
responsabilità si aggiunge un gradito plus
e
poi in fondo, al Comune viene garantito il 30% dei ricavi senza fare
niente e senza rogne per gli amministratori. Meglio di così.
In
breve però emergono i problemi:
Già nel 2008
il nuovo presidente di Carniacque Renzo Petris chiede
ai Comuni
di rinunciare al promesso 30% per evitare che Carniacque chiuda e la
gestione cada preda dei “foresti”. Chiuderebbe perché il
bilancio è già in rosso di 130.000 euro. Così, le promesse
economie di scala sono invece diventate perdite, un servizio più
efficiente non c’è, le manutenzioni e le riparazioni arrivano
quando arrivano, gli allacciamenti hanno costi salati, i disagi per
gli utenti sono aumentati. In sintesi: La gestione diretta comunale
era di gran lunga migliore e meno costosa!
Questa
situazione, immediatamente evidenziata non genera nessuna reazione da
parte degli amministratori e in un tempo relativamente breve il
passivo di un centinaio di migliaia di euro diventa di qualche
milione.
Non
è quindi bastato nemmeno quadruplicare le bollette (inviate
semestralmente per confondere un po' le acque).
E il motivo é presto detto:
La
gestione della bollettazione era gestita in precedenza dall' ufficio
ragioneria di ciascun Comune che vi dedicava un paio di settimane
all' anno mentre le manutenzioni erano seguite dagli operai dei
Comuni che si trovavano già sul posto. Ora invece c'è un organico
dedicato, una sede, dei mezzi, un Cda e per meglio giustificare la
propria esistenza si redigono dei programmi
che prevedono l' installazione di migliaia di contatori (816 nel solo
2012 per un investimento previsto pari a 1.200.000 euro tra il 2014 e
il 2017) ed il convogliamento di tutti i reflui verso pochi
depuratori centralizzati con scavi, chilometri di condotti che
trasportano le deiezioni di qualche centinaio di abitanti di Enemonzo,
giù fino a Tolmezzo.
Sorvoliamo
sul fatto che in zona sismica l' aspetto tecnico si complica, ma
possibile che a nessuno,
prima di spendere somme di quell' entità non passi per la testa -visto che siamo membri dell' Unine Europea- di andare a vedere come gestisce i reflui il
Sindaco della Lesachtal giusto qua dietro?
L'
ennesimo presidente avv. Luches é uno sveglio, messo li dalla
Regione che ha capito che la faccenda va di male in peggio. In
una lettera ai Soci
(i Sindaci Ndr) presenta la desolante situazione con estremo realismo
ammettendo la “posizione
di debolezza di Carniacque
Spa nel momento
in cui i Soci o anche solo alcuni di essi pretendessero il pagamento
delle proprie competenze in quanto la società non è al momento in
grado di onorare tali legittime richieste, i cui importi a debito
inevitabilmente continuano a crescere soprattutto per le rate dei
mutui”.
Propone
però la soluzione, in vista di “finanziare
i corposi investimenti programmati”
(vale a dire la cacca di Enemonzo giù a Tolmezzo): I Comuni
cedano le loro reti alla società Carniacque,
che così le potrà offrire in garanzia alle banche ed ottenere
ulteriore credito (Leggi: contrarre ulteriori debiti che alla fine
dovranno pagare i cittadini-utenti).
Alla fine la soluzione scelta è un'altra: Carniacque che doveva rappresentare il baluardo per trattenere in Carnia la gestione del servizio idrico è servita solo per presentare in un unico boccone tutti i Comuni carnici a Cafc, che adesso ci recapita le sue belle fatture provvisorie-salvo-conguaglio. Ne è detto che le iatture finiscano qui, visto che ancora nel
2005 Illy e Galan vagheggiavano di una super alleanza tra società
di servizi annunciando di voler costituire un’ unica società
multiutility, quotata in borsa, per la gestione del servizio
idrico di Veneto e Friuli. Ovviamente lo scenario può ulteriomente dilatarsi, con l'avvento di un colosso che si “inghiotte” la gestione dei servizi (energia, acqua, depurazione) dell' intero nord Italia e tutto per garantire il buon funzionamento della mia piccola presa con quattro caselli e un chilometro di tubo in acciaio diametro 100 mm. Quando si dice economia di scala...