domenica 21 giugno 2020

Dei guasti del non governo

Attorno al 1340 il pittore senese Ambrogio Lorenzetti adornò la sala municipale della propria città con un ciclo di affreschi raffiguranti da una parte gli effetti del Buon Governo sotto la guida del quale i cittadini vivono nell'ordine e nell'armonia; dall' altra gli esiti di un Cattivo Governo dove si vede una città in rovina.

"Buon governo" implica ovviamente lo svolgere un'attività: non fare semplicemente niente non è un atto neutro. Porta delle conseguenze.

Qua da noi succede che un Ente sovracomunale -l'Autorità di Bacino- predispone e trasmette al Comune una cartografia. Se scaricate l'elaborato tramite il link e gli date un'occhiata notate che una piccola area del capoluogo è colorata di arancione ma tutto il paese come pure le frazioni di Lenzone, Chialina e Cella sono colorati in giallo. Quel colore sta per "grado di pericolosità medio o P2". 


Sui due piedi questa delimitazione può anche non dire niente ma cos'ha di diverso Lenzone rispetto a Liariis che non è colorato?

Tutti noi del posto sappiamo che nel Borc di Sòra ci sono stati anche di recente cedimenti, ci sono cavità legate alla presenza di gessi e la zona non dà molto affidamento tanto è vero che in un vecchio giornale degli anni '70 si registra lo sprofondamento di un pavimento durante un banchetto nuziale; ma cosa c'entrano il resto dell'abitato verso nord, Chialina e Lenzone dove non si ha mai avuto notizia di fenomeni preoccupanti?

Chi ha redatto la documentazione o non si è più di quel tanto documentato, oppure per non farsi carico di qualche responsabilità ha perimetrato tutto "tanto per non sbagliare". Questa pressapochezza nelle delimitazioni non è peraltro opinione mia ma è avvalorata da una sentenza (TSAP 112/2008) alla quale all'Autorità di Bacino vengono contestati: "difetto di ragionevolezza e proporzionalità del sacrificio imposto ai privati... imprecisione nella rappresentazione dello stato dei luoghi.... intensità delle misure applicate non sorretta da una esatta conoscenza dello stato di fatto del territorio".

Fatto sta che l'Amministrazione dell'epoca, non dando evidentemente molto peso al documento conferisce all'urbanista che svolge le pratiche per conto del Comune l'incarico di recepire in una variante i contenuti di quella cartografia.

Anche la professionista evidentemente non approfondisce più di tanto le ricadute della perimetrazione e nel suo elaborato introduce una semplice dicitura alla pag.49, dove prevede che nelle zone con indice di pericolosità P2, P3 e P4 potranno venire realizzati interventi "purchè non comportino incremento di unità abitative o del carico insediativo".


Estratto dalla cartografia del PAI 

Escludere l'incremento di unità abitative o del carico insediativo in un comparto destinato alla residenza significa che se possiedo un lotto edificabile mio figlio non ci potrà costruire sopra la casa se la mia abitazione ha un grande sottotetto non vi potrò ricavare una mansarda.


La norma allegata al Piano-stralcio dell'Autorità di Bacino non prevederebbe tale restrizione: si limita a prescrivere alle Amministrazioni "la verifica di compatibilità tra quanto esistente e le situazioni di pericolosità". 

La professionista ha doverosamente spiegato all'Amministrazione che a Ovaro (intero capoluogo, oltre alle frazioni di Chialina, Lenzone e Cella) non si sarebbero più potute costruire case o ristrutturare nuovi spazi ad uso abitativo?

Qualcuno che stava in Comune all'epoca si è reso conto che genere di documento stava approvando all' insaputa dei cittadini?

La variante data marzo 2017, dunque la responsabilità non ricade sull' ultima brevissima Amministrazione bensì sulla precedente.

Chiedo all' urbanista soluzioni. Mi dice che "Deroghe sono possibili se c’è una dimostrazione da parte di un geologo che il rischio segnalato dal PAI (piano per l'assetto idrogeologico ndr.) in realtà non esiste; in questo caso la procedura è da fare con l’Autorità di Bacino di Venezia. Ci sono già casi in cui hanno accettato la modifica".

Grazie tante. Adesso che la variante è stata approvata devo sobbarcarmi una lunga, costosa ed incerta pratica a Venezia perché qualcuno non è andato doverosamente a fondo del problema che andava risolto localmente facendo appportare modifiche agli elaborati ed alla normativa PRIMA di inoltrarli.

L'aspetto ulteriormente irritante è che i proprietari dei lotti inutilizzabili si ritrovano con delle aree invendibili delle quali hanno magari anche pagato l'urbanizzazione; in più dovranno continuare a pagarci sopra le tasse perchè non è che non siano edificabili, solo che non ci puoi costruire sopra le case. Come dire che la tua macchina non è che non ci puoi più circolare... ma non puoi andare
 sull' asfalto.

Così, quando il giornale titola "Ovaro si prepara alle elezioni" o a scelta: "Spuntano i primi papabili" io un po' mi preoccupo e mi chiedo: verranno mica coinvolti nuovamente gli stessi fenomeni che hanno lasciato passare questa cavolata? intendo oltre a Vaia, al Virus, alla variante della Cartiera e alla casa per anziani piantate li da mesi? Si, perché con tutta la buona volontà e la pazienza si comincia a essere un po' stufi.


Fino a qualche giorno fa c'era la possibilità di presentare controdeduzioni in merito ad un'ulteriore modifica della perimetrazione delle aree a rischio. Con l'occasione ho inoltrato al Comune osservazioni nei modi di rito, nella speranza che sortiscano qualche effetto. 

Post scriptum
Oggi, 17 luglio ho ricevuto riscontro dalla Direzione Regionale. Confermano in sostanza che i vincoli ce li teniamo salvo proporre (a cura e spese di chi?) un aggiornamento delle pericolosità attraverso "nuovi studi o indagini di dettaglio, ovvero a seguito della realizzazione di idonee opere di difesa". 
Credo non servano commenti