sabato 9 marzo 2013

I segreti del mago Dumitrescu

    A metà dell' estate arrivava a fare un paio di serate nella sala parrocchiale, il mago Dumitrescu.
Il suo era un itinerario studiato, che si ripeteva anno dopo anno e rappresentava uno degli eventi delle nostre vacanze di paese.

    Il numero che più colpiva noi bambini era quello dell' ipnotizzatore a cui partecipavano alcuni ragazzi del pubblico. I giovani venivano fatti salire sul palco ed il mago procedeva alla scelta.
    Dopodiché i volonterosi cadevano nello stato ipnotico e veniva loro detto che stavano assistendo ad uno spettacolo divertente. E loro ridevano a crepapelle senza che si vedesse nulla.
Poi il mago gli diceva che era terribilmente caldo e loro giù a togliersi la camicia e poi la canottiera. Venivano fermati quando stava per cadere l' ultimo indumento. Una faccenda impresssionante.

    Il trucco del prestigiatore mi si svelò qualche anno più tardi quando, diciottenne, capitò che ero io assieme a due amci la cavia dell' esperimento paranormale.
    Salito sul palco di fronte al mago, questi mi tenne brevemente per le spalle fissandomi e mi sussurrò “Lasciati andare, lasciati andare!”. Tutto era chiaro adesso. Se mi lasciavo andare era segno che stavo al gioco e che durante tutto il numero non avrei fatto altro che seguire i suggerimenti dell' illusionista per stupire il pubblico. E così risi, mi cavai la canottiera, caddi a terra fra me e me sogghignando all' idea dei compaesani creduloni.

    Ho ripensato da poco al mago Dumitrescu guardando le immagini trasmesse dalla tv all' arrivo a Roma dei neoeletti parlamentari del movimento Cinque stelle: tutti ligi alle consegne, tutti no-comment, tutti riuniti nella sala in attesa del Verbo incarnato. Più che l' evoluzione del sistema dei partiti mi hanno fatto pensare al vecchissimo e collaudatissimo sistema delle sette.
A volte qualcosa va storto e allora arriva uno che ti chiude in una sala o in un' isola della Gujana e ti fa bere il veleno o fare qualche altra cavolata da maniaco.

    Ora, può anche darsi che con questi compagni di strada si riesca a votare assieme per dire definitivamente no alla TAV ma la cosa finisce li. Questi soldatini selezionati in base a qualità di obbedienza (al primo accenno di dissenso sei fuori) e capacità di uniformarsi (tutti giù a chiamare Gargamella Bersani e Pidì-meno-elle il PD) questa gente se ne stia serena nella sua nuova casa che qui a sinistra pur con tutte le questioni aperte abbiamo da sempre chiaro in testa cos'é la democrazia e non sentiamo alcun bisogno degli integralisti fanatici.

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