Dismessa la maschera accomodante del
Presidente Roberto Pittoni, Carniacque bussa perentoriamente alle
porte delle famiglie carniche con un pacco di ingiunzioni di
pagamento firmate dal suo A.D. Michele Mion ed emesse da Equitalia al
completo di sovrattasse e diritti di notifica.
La strada della riscossione
dopo un tentativo andato a vuoto fatto attraverso le missive di una
società di recupero crediti costituita ad hoc,
si sposta sul sicuro: O paghi o arriva l' ufficiale giudiziario. "Somme dovute all' Ente" recita la cartella. Ma l' ente é una società per azioni che si é sostituita d' imperio alla virtuosa gestione dell' acqua, fino e pochi anni fa competenza dei comuni della nostra montagna che hanno sempre operato con soddisfazione di tutti gli utenti.
Scritte
sull' acqua dunque le rassicurazioni fatte da Pittoni durante l' incontro
con i Comitati tenutosi l' anno scorso a Paluzza: Carniacque vuole i
suoi soldi e li avrà. Poco importa se il canone di depurazione viene
richiesto per una fognatura sprovvista di depuratore o se le bollette
dell' acqua (furbescamente trasformate da annuali in semestrali tanto
per confondere) sono aumentate di tre-quattro volte rispetto alla
gestione Comunale del medesimo servizio. “Sempre troppo poco” per
l' Amministrare delegato che ritiene di regalarla l' acqua quando
esibisce le cifre ed evidenzia che in altre zone il servizio é
ancora più costoso, come se non fosse chiaro il gioco: le società fanno cartello per dare ad intendere che un bene collettivo adesso passa a pagamento malgrado l' esito referendario.
Del resto, se
Carniacque fosse stata un' invenzione di cui andar fieri, fatta per il bene della gente, sarebbe
stata presentata alla popolazione nel 2001, data della sua
costituzione, invece tutto é stato fatto di soppiatto, anzi in
origine la società annoverava anche alcuni privati che con ogni
evidenza avevano fiutato l' affare.
In un secondo tempo i privati
sono usciti per non rendere troppo palese l' espoprio fatto, ma sono li in attesa, pronti a ritornare per
rilevare le quote non appena i Comuni, affamati dal patto di stabilità
dovranno vendere tutto quanto possiedono.
E per quelli che cianciano che l'
esistenza di questo "carrozzone" ci é stata imposta dall' Europa, resta sempre valido il mio invito: Si prende un appuntamento con il Sindaco
della Lesachtal giusto qua dietro e chi é in buona fede viene con
me a vedere come gestiscono gli altri europei l’ acquedotto e il
depuratore di un paese di montagna.
GIU' LE MANI DALL' ACQUA - PRIMO ED ESSENZIALE BENE COMUNE!
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