Più veloce e più bello – Il
cambiamento siamo noi
Dev'essere per via di questa velocità
mozzafiato che la signora Ida da oltre dieci giorni non ha più
accesso al libretto di posta cointestato con il coniuge,
scomparso un anno fa.
Possibile che in un anno nessuno all'
ufficio postale si sia sognato di avvertirla che a presentazione della
successione il libretto le sarebbe stato bloccato e lei non avrebbe
più potuto disporre non dico dei risparmi del marito, ma nemmeno
della sua personale pensione che automaticamente viene accreditata
nel medesimo deposito?
Nell' attesa dello sblocco, stamane la
accompagno ad aprire un nuovo libretto e dare disposizione che
almeno le prossime pensioni vengano accreditate in un posto da cui i
soldi possano effettivamente venire prelevati per acquistare il pane e il latte.
Fa una gran fatica a salire in macchina ma in una decina di minuti
siamo fuori dall' ufficio. Un momento dopo è il nostro turno.
L' unica impiegata del piccolo ufficio
postale avverte gli altri utenti in fila che magari si facciano un
giro o una commissione perchè la procedura durerà una mezz'ora.
Vengono fotocopiati i documenti, il
libretto della pensione, inseriti i dati. Ma ecco che qualcosa si
intoppa nella procedura. Forse una delle caselline del monitor non è
stata riempita a dovere?
Vengono reinseriti i dati, si
passa alla schermata successiva ma poi nuovamente tutto si blocca. L'
impiegata prende il telefono ed inizia una conversazione con la
collega dell' ufficio di fondovalle e ripete passo-passo l'
inserimento, che nuovamente si resetta.
Sarà mai che uno per diventare un
operatore di sportello, il corso lo fa prima di entrare in servizio e
non on-line durante, con la
coda della gente che pazienta fin troppo stoicamente?
“Forse
era meglio se venivate un altro giorno quando al posto mio ci sarà
M.
Facciamo
giovedì?” L' anziana e malandata signora chiede se non può
intanto firmare e andarsene così da evitare la fatica di tornare un'
altra volta. Impensabile: Se non si arriva in fondo alla procedura i
moduli non escono stampati.
E'
passata già un' ora. Stiamo per andarcene rassegnati quando l'
addetta ci annuncia esultante che i dati sono stati assimilati dalla
macchina e non manca molto al completamento dell' iter fatidico.
Esce il libretto giallo e blu ma, cosa
accade? I fogli restanti non vengono stampati.
L' impiegata chiama un numero verde.
Parla a lungo e alla fine della telefonata ci annuncia che deve
annullare il libretto e ricominciare l' inserimento da capo.
Poi le viene un' ispirazione e richiama
l' ufficio di fondovalle. Non si capisce bene cosa si dicono, salvo
che le arrivano via fax molti fogli. La signora anziana è
esasperata. Scuote la testa e forse sta per piangere. Fortuna che c'è
una sedia dove se ne sta rassegnata, reggendo il bastone con una
mano.
Ora l' impiegata compila con diligenza,
a penna, i formulari ricevuti. Un' attesa che fa pensare all'
eternità e alla creazione del mondo. Mano a mano che mi passa i
fogli da dietro il vetro io li sottopongo a Ida per la firma.
Qualcuno ha tre spazi, tutti da siglare, qualcuno due: Legge sulla
privacy, autorizzazione all' accredito, revoca della precedente
autorizzazione, nomina del delegato all' incasso.
E' ormai passato
mezzogiorno e mezzo. Da ultimo ci chiede di versare sul nuovo
libretto la somma di dieci euro per giustificare la sussistenza del
rapporto come se le venticinque firme apposte non fossero
dimostrazione sufficiente della volontà di continuare a farsi del
male intrattenendo rapporti con un apparato idiota in
cui c'è magari qualcuno che non sapendo fare nemmeno del banale
lavoro di sportello si improvvisa promotore finanziario.
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