Il Cavalier Pittini, proprietario
delle acciaierie di Rivoli di Osoppo, qualche giorno fa ha
contemporaneamente versato una lacrimuccia e lanciato una minaccia.
La lacrimuccia è provocata dal
dispiacere - a dir suo - che non gli lasciano fare il l’
elettrodotto Würmlach- Somplago.
La minaccia, lanciata nel suo
modo rude che non si concilia con la lacrimuccia, consiste nella
delocalizzazione delle sue produzioni.
La lacrimuccia non meriterebbe
attenzione, perché ricorda quella del coccodrillo, ma la ricorrenza
di queste Feste c’induce alla bontà, limitandoci ad alcune
domande:
- come può il Cavalier Pittini lamentarsi che non gli lasciano fare l’elettrodotto quando all’esecuzione interrata non ci sono opposizioni? Perché fa come il lupo che incolpa l’agnello di intorbidirgli l’acqua? Se la variante interrata – adottata nei paesi civili - costa di più, perché il Cavalier Pittini ha la pretesa di scaricarne i costi – suoi – sulle valli e le popolazioni della Carnia?
- dov’era il Cavalier Pittini (e la Regione) quando alcuni anni fa lo Stato ha privatizzato la centrale idroelettrica di Somplago? Se fosse stato lungimirante e l’avesse acquistata assieme ad altri industriali avrebbe avuto la centrale vicinissima. Invece no: ha lasciato che finisse nelle mani dei lombardi-piemontesi- emiliani di Edipower, che si comportano da colonialisti con le nostre acque pretendendo addirittura di pomparle per guadagnarci ancora di più;
- come può il Cavalier Pittini pretendere di scaricare la sua non lungimiranza sugli abitanti della Carnia, che dovrebbero subire un elettrodotto-mostro con tralicci alti 60 metri?
- non è mai stato colto il Cavalier Pittini dal dubbio che se da noi il kwh è caro lo sia per imposizione della nostra lobby energetica? Se la prenda con questa lobby, non con altri.
Ora veniamo alla minaccia di
delocalizzazione dei suoi stabilimenti che non merita domande, ma
ferme prese di posizione da parte delle Istituzioni più che dei
Comitati:
a) il cittadino Pittini è
libero di portare i suoi stabilimenti dove crede, ma ad una
condizione però: prima di andarsene restituisca al Friuli i
contributi e gli incentivi pubblici ricevuti dalle sue aziende prima,
durante e dopo il terremoto. Diversamente sarebbe troppo comodo!
b) fa tanta amarezza e rabbia
constatare che questo fior fiore dell’ imprenditoria friulana di
fronte alle difficoltà di quel mercato - che loro tanto adorano -
non sanno far altro che minacciare di andarsene, che usare il
ricatto verso la Regione, le Istituzioni, i loro dipendenti, la terra
che a loro ha dato tanto: Altro che patrioti del Friuli!
Ebbene, se costoro, il
Presidente Tondo ed i suoi pretoriani in Carnia, i Sindaci e
amministratori di Tolmezzo e di Cavazzo che hanno tradito la Carnia,
i vari “sorestanz” locali, regionali e statali, compresa la
candidata Serracchiani, i sindacalisti elettrodottisti alla Belci
(cgil) ed alla Palese (cisl) hanno già dimenticato i 2.500
manifestanti a Paluzza ed i 4.500 a Tolmezzo, i Comitati sono pronti
a ricordarglielo con una nuova imponente manifestazione, che porterà
l’intera Carnia a travolgerli, a presentare loro il conto di tutti
i torti e malefatte passate, presenti ed incombenti sulla Carnia. E
ce ne sono a bizzeffe! Sarà certamente una bella giornata per la
gente, non per loro!
A tutti costoro consigliamo di non
andare a cercarsi notte. La Carnia non ne può più di esssere
spogliata di tutto (acque, malghe, boschi, scuole, uffici postali,
stazioni forestali, piccole attività commerciali, ater, azienda
sanitaria, agenzia delle entrate, tribunale) e di essere
“ricompensata” con l’ oleodotto, il supercarcere, il poligono
del Bivera, lo svuotamento dei poteri dei Comuni per centralizzarli
su Tolmezzo, il carobollette di Carniacque, il pompaggio nel lago di
Cavazzo, l’inutile autostrada Cadore-Amaro, l’ elettrodotto aereo
e …una nuova emigrazione.
CUMO
AVONDA! ADESSO BASTA!
Nessun commento:
Posta un commento