domenica 22 settembre 2019

Di ghiaie, ponti ed osterie



   Mi rendo conto che per i nostri amministratori le occasioni di passare per San Martino si siano rarefatte, visto che Eleonora ha dovuto chiudere l'osteria di Cella e il posto più vicino dove fermarsi a bere qualcosa è l'hotel Aplis, e dal lato opposto il "Cral" di Muina. 
   Mi sento quindi in dovere di raccontare loro cosa succede a fondovalle.

   Ci eravamo lasciati con il vicepresidente Riccardi che a gennaio aveva promesso l'avvio della progettazione entro marzo con riapertura del ponte a fine estate per un impegno di 750.000 euro che io mi chiedevo dove andassero a finire visto che il ripristino era stato stimato da addetti ai lavori in circa due settimane.

   Il suo collega Roberti ha invece recentemente dichiarato che la fine lavori si prevede entro gennaio... Avete presente gennaio in Carnia? Quando mai un lavoro è finito a gennaio? Quindi diciamo per Pasqua. Nel frattempo, come nella poesia di Ungaretti: 


"Si sta come d'autunno a Ovaro senza ponte"

   Ma l'impresa allora in questi due mesi cos'ha lavorato a fare? 
   L'impresa anzichè riempire il terrapieno franato ha finito di spianarlo ricavando un enorme varco attraverso il quale ha tracciato una strada. Una strada? Si: Una larga strada bianca attraverso la quale corrono i camion carichi di ghiaia. Prendono la ghiaia a monte del ponte e la costipano a valle, oltre l'abitato di Cella.  
   Evidentemente il businisse come lo chiamava il Padrino sono i camion che corrono con la ghiaia, mica il lavoretto del terrapieno che finisce subito.

   
   Da quello che so io se vuoi risagomare un alveo, avanzando con il terrapieno lo proteggi, realizzando le scarpate con grossi massi che ne impediscono l'erosione. Se fai un chilometro di terrapieno con materiale sciolto e poi puntuale arriva la montana dai Sants il livello dell' acqua si alza e si porta via la ghiaia che se ne va giù fino al primo sbarramento riempiendo l'invaso.

   Certo in questo modo qualcuno dovrà pagare altri camion che nuovamente correranno su e giù a portare ghiaia fino alla destinazione successiva. Qualcuno avrà del nuovo lavoro da fare ma... Questo ha qualcosa a che fare con i cittadini di Ovaro? E' previsto un indennizzo per chi da un anno ha tragitti di tredici chilometri e che prima -attraverso il ponte di San Martin- ne faceva tre?

   Qualcuno sta controllando questo lavoro o visto che "Tanto lo fa la Protezione civile" nessuno si premura di andare giù ogni tanto a sorvegliare? 
   A memoria si tratta di una viabilità comunale dunque di una proprietà nostra. Qualcuno se ne fa carico con "la cura e diligenza del buon padre di famiglia"?    

   La strada che conduce al ponte è invasa dalle erbacce come se non dovesse venire più riaperta. Si conta di ripulirla il giorno prima dell' inaugurazione? Ecco: Queste sono cose che un cittadino non dovrebbe segnalare perché scontatamente a conoscenza dell' Amministrazione e invece pare di essere in un posto dove non c'è nessuno a dirigere (ah guardi: io sono qui per caso) salvo farsi vedere ogni tanto assieme a qualche "potente" che arriva in visita con la sicumera del principe ereditario in visita a Mione dichiarando che e necessario "Accelerare la digitalizzazione". La digitalizzazione di un Comune che non ha nemmeno un cazzo di ponte per passare dall' altra parte! 

   A vegnarès da tiraà jù quatri porcos ma il Signor di chest nol'à nissuna colpa. 

Agosto 1926 - Visita del Principe Umberto di Savoia a Mione




 


2 commenti:

  1. Scusa: ma allora i camions, stanno facendo ciò che l'acqua avrebbe fatto gratis, se i portelloni dell'opera di presa fossero stati aperti il 28/10/2018.
    Mandi
    Vise

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  2. Finalmente qualcuno che capisce veramente il problema del ponte e la difficoltà di chi si impegna per dare un po' di vita ai nostri piccoli paesi.. Purtroppo prevale l'egoismo della politica che rispecchia quello della maggior parte della popolazione

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